Ha fatto scalpore la notizia riportata dai mass-media dell’assenza di medici ai concorsi per la copertura dei posti in Medicina e Chirurgia

Quale sanità senza medici

Ha fatto scalpore la notizia riportata dai mass-media dell’assenza di medici ai concorsi per la copertura dei posti in Medicina e Chirurgia d’Accettazione della durata di mesi sei rinnovabili.  Avviene in alcuni Ospedali di Napoli ma non solo…dove frequente è la denunzia di inefficienze, sovraffollamento di malati e loro familiari che senza letto o spazi dignitosi ricevono soccorso su barelle o mezzi di fortuna. Una condizione di precarietà che istiga comportamenti estremi, episodi da Far West, intimidazioni e aggressioni fisiche e psichiche sul personale sanitario. Il resto lo aggiunge, molte volte, una crona strumentale che narra di eventi di malasanità e da spazio a fantasie oniriche che generano, nell’opinione pubblica,un substrato di fantasie e sospetti.

Nel crepuscolo della ragione Giovambattista Vico sale in cattedra e parla del governo della Provvidenza nei “corsi e ricorsi storici”, Renzo nella peste manzoniana che soffoca Milano viene scambiato per un turpe untore, nella paranoia di alcuni no-vax i medici sono gli untori del tempo moderno asserviti al nuovo ordine mondiale, praticano vaccini all’ossido di grafene e sostanze letali che distruggono il sistema immunitario e la vita dei vaccinati. Ma quanto è difficile fare il medico in una società così complessa e negazionista della malattia e della morte, quanto incide la mancanza di personale e tecnologie, il bizantinismo della burocrazia, il burn-out lavorativo e l’invadenza e la devastazione di una cattiva politica, pochi ne parlano. La disinformazione gioca a favore del dottor Hause: “l’illuminato” che non esiste nella realtà ma diventa realtà nell’immaginazione di chi guarda sul piccolo schermo un medico alieno che risolve la maggioranza delle patologie che giungono al suo ospedale ovvero “nell’isola che non c’è”.

“E poi la vita chi te la salva” dice un manifesto contro la violenza sui medici. Forse farai la vaccinazione con il latte di fico o lo stregone di turno infilandosi nel tuo ombelico caccerà lo spirito maligno della malattia? Oltre le fake news, il riscontro di un disagio insostenibile è documentato nelle ulteriori lettere di dimissione e dalla rinuncia al posto di lavoro di altri medici del napoletano impegnati in questi reparti a rischio. A una migrazione che investe il territorio nazionale dove dal Sud si emigra verso il Nord e dal Nord verso l’estero, pur di non risolvere seriamente il malessere della categoria, si materializza dalla mente del prestigiatore di turno un’ulteriore soluzione: utilizzare gli specializzandi negando loro, molto spesso, i diritti più elementari dei lavoratori e programmare un eventuale travaso nella dipendenza dei medici convenzionati con il SSN. Consapevole della genetica mediovale del popolo italiano e della fragilità della democrazia ove mai esistesse, mi chiedo: “Dipendenti di chi e perché?”. Forse del meccanismo degli incarichi facente funzioni, delle assunzioni a orologeria, dei trasferimenti a discrezione, dell’estrazione dei numeri della cabala, dei capricci del pubblico che occhieggia al privato nella spartizione del profitto e del potere? Durante la “Grande Guerra”, gli opposti eserciti lanciavano in aria i ballon d’essai per rilevare la direzione del vento e posizionare l’occhio spione dai palloni aerostatici che osservavano del nemico i movimenti, la reazione e potenza di fuoco per distruggerli. La risposta al ballon d’essai di casa nostra che si interroga su che vento spiri e quale potrebbe essere la reazione dei medici di famiglia di fronte alla notizia di un possibile inquadramento nella dipendenza è, sperando di interpretare la quasi totalità delle opinioni: convenzionati per sempre a salvaguardia del territorio, sindacalizzati per necessità a difesa del territorio nella consapevolezza dell’importanza di una modernizzazione e maggiore efficienza della medicina generale. Ci sono liste di medici che attendono anni per entrare nel mondo del lavoro. Scuole di specializzazione non ritagliate sulla reale necessità degli ospedali e del territorio ma su teoremi economici di chi non antepone la sanità come bisogno primario. C’è solo una certezza: il corpo sanitario unico nella molteplicità delle sue espressioni fu ed è la prima linea nel tentativo di dare speranza e benessere, particolarmente, alle categorie più deboli. 

Corrado Caso Addetto stampa FIMMG Salerno e provincia

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