INDENNITA’ PRONTO SOCCORSO

INDENNITA’ PRONTO SOCCORSO

FACCIAMO CHIAREZZA.

Nell’incontro del 15 marzo tra la Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Servizio Sanitario Regionale della Campania avv. Antonio Postiglione, il dirigente dell’Unità Operativa Dipartimentale del Personale dott. Gaetano Patrone e le Organizzazioni Sindacali dell’Area Comparto Sanità, purtroppo la CISL FP non ha potuto sottoscrivere l’accordo poiché palesemente improponibile e iniquo per i lavoratori dell’emergenza urgenza di tutta la regione. La necessità della dovuta chiarezza è sintetizzata nelle dichiarazione del Segretario Generale della CISL FP Lorenzo Medici: i criteri utilizzati per il riparto non sono rispondenti a modelli organizzativi reali e producono discriminazioni. L’interpretazione della norma da parte dell’ente regionale è fortemente limitativa per i servizi individuati e del tutto incoerente con gli accordi stipulati sulla materia dalle altre Regioni. Per i su esposti motivi la CISL FP della Campania non sottoscrive l’accordo.

Se ce fosse ancora bisogno – dichiara il Segretario Generale della CISL FP di Salerno Miro Amatruda – la gestione attuale della sanità in Campania mostra il totale fallimento del Presidente Vincenzo De Luca. Sempre per l’Italia si evidenzia come l’aspettativa di vita più alta si concentri nelle regioni del centro Nord rispetto a quelle del Sud con la Campania fanalino di coda con 80,9 anni, per cui si vive in media 3 anni in meno. Lo stesso dato sulla migrazione sanitaria che per il 2022 si attesta ad oltre 220 milioni di euro erogati ad altre regioni mostra come la fiducia nel nostro sistema sanitario regionale è scarsa, per cui i suoi residenti vanno altrove a curarsi, oneri che gravano sul bilancio regionale e non sono disponibili per migliorare il settore sanitario pubblico e privato campano.

Sulla materia interviene anche il Segretario Provinciale della CISL FP – Alfonso Della Porta – per il quale la Cisl non ha firmato l’accordo e nonostante qualche trucchetto anche un po’ infantile da parte di qualche organizzazione sindacale che l’accordo lo ha sottoscritto, lo faremo veicolare  tra i lavoratori affinché ognuno si assuma nei confronti di tutti i lavoratori le proprie responsabilità poiché la motivazione della non sottoscrizione è basata sul criterio di distribuzione da parte del governo ed il silenzio assoluto delle regioni penalizzate è stato quello di considerare il monte salari tenendo fuori invece sia il numero degli accessi sia la popolazione. Alcune Regioni hanno avuto il doppio della Campania, ma il criterio di riparto sicuramente non dà il giusto risalto ai modelli organizzativi aziendali, modulati sulle reali esigenze delle comunità di riferimento.

Pietro Antonacchio Capo Dipartimento della Sanità Pubblica e Privata analizza il dato del riparto per Salerno e provincia anche al fine di fugare ogni dubbio sulla legittimità delle quote redistribuite: il 70 per cento è stato ripartito in proporzione al fabbisogno standard di personale del comparto. L’azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno è costituita con 5 stabilimenti di cui 4 con pronti soccorsi: Cava dei Tirreni, Mercato San Severino, Ruggi d’Aragona e Castiglione di Ravello per un totale di oltre 250 dipendenti tra infermieri e operatori socio sanitari, per cui le somme assegnate ripartite per singolo operatore daranno una quota mensile di euro 66,40 sottostimata rispetto al valore di 80 euro previsti dall’accordo, poiché a fronte dei 200.013 euro previsti ce ne sarebbero necessari 240.960 euro e questo dimostra come di dati sono sottostimati rispetto alla realtà. Per quanto attiene l’ASL, la stessa ha 11 Presidi Ospedalieri con servizi di pronto soccorso: Umberto I° di Nocera Inferiore, Mauro Scarlato di Scafati, Maria SS Addolorata di Eboli, Santa Maria della Speranza di Battipaglia, Roccadaspide, San Luca di Vallo della Lucania, Agropoli, Villa Malta di Sarno, San Francesco di Oliveto Citra, Immacolata di Sapri, Luigi Curto di Polla per un totale di poco più di 310 operatori infermieri e socio sanitari. Da una lettura dei dati in proiezione del fabbisogno, si evince che la quota di 625.596 euro per l’ASL Salerno apprezza che nei servizi di pronto soccorso dovrebbero operare complessivamente 650 addetti tra infermieri e OSS, ma nel concreto ci lavorano circa 340 e quindi ne mancano all’appello circa 310, atteso anche che i servizi di osservazione breve intensiva non sono dotati di personale ma quelli operanti nei pronto soccorso si dedicano anche alle predette attività. Quindi tutte le attività gravano sulla metà degli operatori necessari, situazione che crea caos e burn out degli addetti che subiscono anche continue aggressioni e quindi rischiano quotidianamente la loro incolumità.   Forse per tale ragione, in uno a tante altre, la complessa filiera sanitaria campana sta inesorabilmente crollando. Appare evidente che la ripartizione in proporzione della media del numero di accessi registrati tra il 2019/2022 e i piani di fabbisogno del personale ha determinato un algoritmo per la quantificazione delle quote spettanti disomogeneo ed errato. Speculare su tali dati è una oggettiva errata valutazione, poiché gli sforzi da profondere dovrebbero essere rivolti a garantire una sostenibilità del sistema a garanzia dei livelli essenziali di assistenza e della qualità delle prestazioni. Intanto noi della CISL Funzione Pubblica di salerno continueremo la nostra battaglia per dare pari dignità a tutti i lavoratori, consapevoli che sulla materia saremo il solo ed unico sindacato a provarci sempre e per sempre.

Il Segretario Generale CISL FP Miro Amatruda

Il Segretario Provinciale Alfonso Della Porta

Il Capo Dipartimento Sanità Pubblica e Privata  Pietro Antonacchio

Firma autografa omessa ai sensi

dell’art. 3 del D. Lgs. n. 39/1993    

              

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