LA “MADONNA DEL ROSARIO CON IL BAMBINO E SANTI” SULLA FACCIATA DELLA CAPPELLA GENTILIZIA DI AIELLO (SA) DETTAGLI INEDITI E CONFRONTI

Stefano Esposito
Icom Italia – International Council of Museums
Steˍesposito@yahoo.it

LA “MADONNA DEL ROSARIO
CON IL BAMBINO E SANTI” SULLA FACCIATA
DELLA CAPPELLA GENTILIZIA DI AIELLO (SA)
DETTAGLI INEDITI E CONFRONTI

E’ stata individuata la figura del Dott. in Conservazione dei Beni Culturali (Valorizzazione e
Catalogazione dei Centri Storici) Stefano Esposito per espletare a titolo professionale tale incarico.
Il sottoscritto, prima di procedere alla valutazione delle opere pittoriche, ha esaminato il bene immobile
a più riprese, eseguendo i necessari sopralluoghi, generale e di dettaglio, raccogliendo gli opportuni
dati al fine di pervenire alla valutazione richiesta.
La presente relazione dà conto del criterio di stima adottato e dei conseguenti procedimenti logici e
metodologici seguiti, nonché dei conteggi effettuati per determinare il più probabile valore di mercato
dell’immobile in oggetto.
IDENTIFICAZIONE E DESCRIZIONE DEL BENE
Descrizione dell’opera
Ubicazione
Caratteristiche costruttive e finiture
La cappella privata oggetto di stima, come si evince dalla documentazione fotografica non ha avuto nel
tempo gli interventi di manutenzione straordinaria, pertanto ad oggi le finiture sono in pessime
condizioni e pertanto necessita di interventi per renderla adeguatamente operativa, necessita intervenire
radicalmente per quanto concerne la parte interna, oltre gli adeguamenti alle norme intervenute dalla
costruzione ad oggi.
Indagini dirette
di seguito sinteticamente vengono elencati i punti da enunciare con presentazione di istanza:
 consolidamento delle murature
 recupero strutturale
 adeguamento dei pavimenti
 restauro delle parti architettoniche di valore storico

L’affresco sulla facciata
L’immagine Mariana, presenta le tipiche caratteristiche della Madonna del Rosario1
.
Riconducono a questo tipo di confronto, la coroncina che la Vergine sostiene con la punta delle dita
della mano sinistra, mentre l’altra estremità della coroncina è sostenuta dalla mano destra del Bambino.
A questo confronto rimandano anche gli indumenti, quali la veste celeste della Madonna e gli
indumenti indossati dai due personaggi che affiancano la Vergine, alla sinistra c’è San Vincenzo
Ferreri (venerato a Saragnano e a Fisciano) riconoscibile dalla fiammella sul capo, dalle ali, regge la
tromba e ha un testo (precisamente accanto al piede sinistro) sul quale è riportato un versetto della
Bibbia da Ap 14,7 che recita: «Timete Deum et date illi honorem quia venit hora judici eius» (qui,

1 Il ministro generale dell’Ordine Domenicano Alano de la Roche – ci racconta un suo illustre confratello e teologo contemporaneo, il p.
Raimondo Spiazzi recentemente scomparso intorno al 1460 vide Gesù nell’ostia ap-pena consacrata che gli diceva: “Alano, tu torni a
crocifiggermi. Tu mi crocifig-gi coi tuoi peccati di omissione. Tu hai sapienza, ufficio e licenza di predicare il Santo Rosario e non lo
fai”. Fu la prima di due apparizioni che ebbe sul Rosario. Nella seconda visione in cui vide anche la Madonna, percepì che i mali
principali del mondo erano la lascivia, l’avarizia e la superbia, che avrebbero potuto attirare grandi castighi, se non si fosse fatto ricorso
al rimedio più adatto, la preghiera del Rosario. Alla fine la Madonna gli disse: “Predica quanto hai visto e sentito. E non temere perché
io sarò sempre con te e con tutti i devoti del mio Rosario “.
Le 15 Promesse della Madonna a San Domenico e al Beato Alano
1) A tutti quelli che reciteranno devotamente il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.
2) Colui che persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà qualche grazia insigne.
3) Il Rosario sarà una difesa potentissima contro l’inferno; distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
4) Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie divine; sostituirà nei cuori l’amore di
Dio all’amore del mondo, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si santificheranno con questo mezzo!
5) Colui che si affida a me con il Rosario, non perirà.
6) Colui che reciterà devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia. Peccatore, si convertirà;
giusto, crescerà in grazia e diverrà degno della vita eterna.
7) I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa.
8) Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la luce di Dio, la pienezza delle sue grazie e
parteciperanno dei meriti dei beati.
9) Libererò molto prontamente dal purgatorio le anime devote del mio Rosario.
10) I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in cielo.
11) Quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.
12) Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.
13) Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i membri della Confraternita del Rosario abbiano per fratelli durante la vita e nell’ora della
morte i santi del cielo.
14) Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
15) La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.

leggibile soltanto T. Deum t.), il personaggio collocato sul lato destro identificabile con il Beato Alano2
ha un’espressione attonita, quasi sorpresa e porge una piccola statua della Madonna con il Bambino
con le braccia spiegate riprendendo i modi dell’Infante tra le braccia della Madonna in scala più
grande; i confronti, non escludono un rapporto tra la Cappella in questione la Chiesa dedicata a San
Domenico di Guzman ad Acquamela, un tempo anch’essa Convento dedicato alla Madonna e il
Convento Domenicano di Ottati nel Cilento3
.
L’icona ricorda la Madonna del Rosario4
conservata nel Santuario di Pompei; inoltre, l’affresco di
Aiello, presenta a differenza del dipinto pompeiano, alcuni dettagli originali non rintracciabili in altre
località campane, a dimostrazione dell’originalità dell’affresco, soprattutto dimostrata dalla presenza
dei già citati San Vincenzo Ferreri e del Beato Alano, della sfera celeste che il Bambino trattiene con la
mano sinistra, ricordando il globo del Bambino Gesù di Praga5
, questo dettaglio confermerebbe gli
studi del Prof. Donato Cosimato e prima di lui Padre Pergamo, della presenza di artisti spagnoli qui a
Baronissi, vista la provenienza della statua del Bambino di Praga dal sud della Spagna (qui realizzata e
venerata poi a Praga), oppure di un artista vicino allo scultore Nicola Fumo (morto nel 1725,
aggiornato in merito ai modi spagnoli).
Il volto di Maria è simile a quello della stessa, sulla tela di analogo soggetto“Madonna del Rosario”
della chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo di Antessano (parete destra prima di accedere all’altare) e
un ulteriore confronto, ha condotto chi scrive al Presepe conservato nel Museo Diocesano dedicato a
San Matteo di Salerno, realizzato tra il 1725 e il 1749 (anno riportato in basso nell’affresco di Aiello,
preceduto da A.D.); ancora, l’andamento morbido del trono della Madonna e del Sacro Cuore che la
stessa porta al collo, sono di simile fattezza degli stemmi e di alcuni particolari dell’Immacolata
Concezione del chiostro francescano del Convento dedicato alla Santissima Trinità di Baronissi,
anch’essi affreschi settecenteschi.

2 Alano della Rupe (Alanus de Rupe, Alain de la Roche, Alain Van der Rutze, o in fiammingo Alain Van der Clip), nasce nel
1428 circa in Bretagna57. Entra ancora giovane nell’ordine domenicano a Dinan, nella diocesi di Saint-Malo, dove emette
la professione religiosa, e in seguito si trasferisce a Lilla. In seguito studia filosofia e teologia a San Giacomo di Parigi
dove, nella Pentecoste del 1459 il Capitolo Generale gli affida l’incarico di insegnare agli studenti del corso inferiore, per
l’anno scolastico 1460-61, le “Sentenze del II anno” di Pietro Lombardo […]
3 Maestro degli Ordini vicino a Cherubino Alberti, il suo stile rintracciabile a Capaccio, Gioi, Ottati nel Cilento, può essere
confrontato con le Storie francescane nel Chiostro di Sant’Onofrio al Gianicolo a Roma (cit. Stefano Esposito da “Il
Maestro degli Ordini”)
4 Alla protezione della Vergine del Rosario, fu attribuita la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a
Lepanto nel 1571. A seguito di ciò, il papa s. Pio V (1504-1572), istituì dal 1572 la festa del Santo Rosario, alla prima
domenica di ottobre, che poi dal 1913 è stata spostata al 7 ottobre.
Il culto per il S. Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò
la pratica di questa devozione. La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche,
quadri, affreschi, statue, di solito seduta in trono con il Bambino in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del
Rosario; la più conosciuta è quella che oltre quanto detto, si vede la corona data a S. Caterina da Siena e a S. Domenico
Guzman, inginocchiati ai lati del trono.La Madonna del Rosario è uno dei soggetti iconografici più rappresentati nella
tradizione cattolica, quasi sempre accompagnata dal Bambino Gesù, spesso venerata da alcuni santi domenicani che
accolgono dalle sue mani (o da quelle del Bambino) la corona del Rosario. I santi domenicani che ricorrono più di
frequente ai piedi e intorno alla Vergine sono San Domenico di Guzmán, Santa Caterina da Siena e Santa Rosa da Lima.
La nostra chiesa è dedicata alla Madonna del Rosario e l’altare è sovrastato proprio da tre statue raffiguranti la Vergine e
il Bambino, San Domenico di Guzmán e Santa Caterina da Siena (http://www.smrosario.it)
5
Il culto all’Infanzia di Gesù in Boemia (oggi Repubblica Ceka) è legato al tempo del barocco e il Santo Bambino di Praga
ne è il protagonista assoluto. La storia di questa particolare statua di cera comincia nel sud della Spagna, come opera di
uno scultore sconosciuto. Si dice provenga da un convento tra Cordoba e Siviglia, nel quale viene venerata una copia in
legno della statua. Da qui la trasse Isabela Manrique de Lara y Mendoza. Con la figlia Maria Manrique de Lar, la statua
prese la via della Boemia, essendosi sposata con un nobile ceko Vratislav di Pernstein. Come dono di nozze la ricevette sua
figlia, Polyssena allorché si sposò con Vilem di Rozumberk. Ella prese con se la statua del Santo Bambino anche nel suo
secondo matrimonio, dopo la morte del primo marito. Si sposo’ con Zdenek Vojtech di Lobkowicz e, dal momento che non
ebbe figlie, regalò la preziosa statuina al priore dei Padri Carmelitani Scalzi, presso il convento di Santa Maria della
Vittoria nel quartiere di Mala Strana in Praga

Conclusioni
Di seguito, viene riportato qualche breve cenno in merito alla pratica del distacco delle pitture murali,
proposta ai fini della conservazione dell’affresco di Aiello.
«Più di cinquant’anni or sono Roberto Longhi sentì per primo, anche sull’onda del successo della
prima “Mostra di affreschi staccati” che si tenne al forte Belvedere di Firenze (1957), la necessità di
allestire un’esposizione che potesse ripercorrere la secolare storia e fortuna della pratica del distacco
delle pitture murali, una storia del gusto, del collezionismo, del restauro, e tutela di quella parte
fondamentale dell’antico patrimonio pittorico italiano.
Risalgono ai tempi di Vitruvio e di Plinio le prime operazioni di distacco, secondo una tecnica che
prevedeva la rimozione delle opere insieme a tutto l’intonaco e il muro che le ospitava. Il cosiddetto
“massello”, che favorì il trasporto a Roma di dipinti provenienti dalle terre conquistate altrimenti
inamovibili, dopo secoli di oblio trovò nuova fortuna a partire dal Rinascimento – nel nord come nel
centro della Penisola – favorendo la conservazione ai posteri di porzioni di affreschi che altrimenti
sarebbero andati perduti per sempre».

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