: “Stop Tampon Tax. Il ciclo non è un lusso”

: “Stop Tampon Tax. Il ciclo non è un lusso”

PREMESSO che la questione della cosiddetta “Tampon Tax” riguarda l’imposta sui prodotti igienici femminili essenziali (assorbenti interni, esterni, coppette mestruali) in diversi Paesi dell’Unione Europea e del Mondo si è aperta una discussione sull’entità e l’opportunità di questa imposta dato l’aumento del costo di questo bene definibile primario. Infatti, stando al principio incontrovertibile per cui il ciclo mestruale è una funzione involontaria dell’organismo femminile, ne consegue automaticamente come necessario l’uso di beni igienici femminili;

FATTO PRESENTE che una donna, dalla pubertà alla menopausa, si stima che affronti circa 520 cicli mestruali che durano in media 28 giorni e comportano 3-5 giorni di mestruazioni. Prevedendo l’utilizzo in media di 4 assorbenti al giorno otteniamo un totale di 12 mila assorbenti nell’intero arco di vita ed una spesa di circa 1.700 euro solo per assorbenti;

CONSIDERATO che in Italia si stima che ogni mese 21 milioni di donne acquistano prodotti sanitari, per un totale di circa 2.6 miliardi di prodotti venduti. Il prezzo medio di una confezione di assorbenti è di 4 euro per una spesa annuale di circa 126 euro di cui 22,88 euro come Imposta sul Valore Aggiunto;

EVIDENZIATO che in Italia è ignorato il fenomeno “period poverty” (povertà mestruale), ovvero il disagio (anche per ragioni economiche) di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei. Fenomeno che, in altri contesti, è stato approfondito così come emerge da una ricerca condotta in Inghilterra da “Plan International UK”: su un campione di mille ragazze il 15% delle intervistate non riusciva ad acquistare assorbenti, mentre il 14% li chiede alle amiche perché troppo cari;

CONSIDERATO che in Italia sono in vigore tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità; 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio ed ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto). In Italia i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22% cioè l’aliquota massima contemplato dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso; Richiamata la direttiva 2006/12/CE del 28 novembre 2006 relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto che stabilisce per gli Stati membri la possibilità di applicare una o due aliquote ridotte a “prodotti farmaceutici normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per trattamenti medici e veterinari, inclusi i prodotti utilizzati per fini di contraccezione e di protezione dell’igiene femminile”;

EVIDENZIATO che in Europa numerosi Paesi hanno affrontato positivamente il tema: in Francia, ad esempio, la tampon tax è stata ridotta dal 20% al 5,5%, in Belgio è passata dal 21% al 6%, nei Paesi Bassi è al 6%, in Spagna è stato previsto di abbassare l’IVA per assorbenti interni, esterni e coppette mestruali dal 10% al 4%, in Germania è stata abbattuta dal 19% al 7%, in Irlanda non viene applicata Iva su questi beni, nel Regno Unito, in aggiunta, si distribuiscno gratuitamente i prodotti sanitari femminili alle studentesse in contrasto alla “period poverty”. Anche in Canada è stata definitivamente abolita la tassazione, seguita dallo stato di New York e l’Australia;

FATTO PRESENTE che in Italia oltre 250mila cittadine e cittadini hanno firmato appelli per chiedere al Governo e al Parlamento di abolire o quantomeno ridurre la “tampon tax” e, nell’ambito dell’esame del decreto fiscale da parte del Parlamento, l’Intergruppo parlamentare sui diritti delle donne ha presentato un emendamento che   prevede   l’aliquota   ridotta   sui    prodotti    sanitari    e    igienici    femminili,    quali    tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali;

CHIEDE

–             di verificare con le 5 Farmacie Comunali di Scafati, la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti e promozionali sui prodotti sanitari e igienici femminili, (quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali) ed ogni altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne ed in particolare delle fasce più svantaggiate;

–             di sollecitare il Governo ed il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota, attualmente al 22%, per i prodotti igienico-sanitari femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute ed all’igiene femminile;

–             di richiedere alla Regione Campania di affrontare ed approfondire il fenomeno della “period poverty”, intesa come impossibilità economica di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari ed in luoghi idonei, prevedendo un piano di agevolazioni economiche per l’acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli.

Scafati, 26/04/2021

                                                                                                                                                                                                   Vice-Segretario Scafati Arancione

Responsabile Commissione Sanità Scafati Arancione

Dott. Raffaele Dattilo

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